Energy Manager? Si grazie (ma meglio se E.G.E.)

LA NOMINA DELL’ENERGY MANAGER

Aprile è il mese di nomina degli Energy Manager, figure specializzate che attraverso attività di monitoraggio e analisi gestiscono al meglio l’energia all’interno delle organizzazioni per le quali operano.

Un ruolo, quello dell’Energy Manager, fondamentale in tutte le aziende pubbliche e private. Per alcune di esse, ovvero per quelle che consumano annualmente almeno 10.000 tep (se del settore industriale) e 1.000 Tep (nel caso di appartenenza agli settori), la sua nomina annuale è obbligatoria e passibile di ammenda fino a 50.000 euro se non effettuata. L’avere comunque uno specialista nella gestione energetica all’interno della propria organizzazione comporta in ogni caso numerosi vantaggi.

ENERGY MANAGER SI, MA MEGLIO SE E.G.E.

La norma di riferimento non prevede che chi viene nominato energy manager debba avere particolari qualifiche o titoli, e così, capita spesso che a ricoprire tale ruolo sia un qualcuno che di fatto non ha le competenze necessarie per svolgerlo.

Cosa molto più utile sarebbe avere, come energy manager, un Esperto in Gestione dell’Energia, figura certificata secondo la norma UNI 11339. Tali soggetti, conosciuti anche come E.G.E., non devono essere necessariamente dipendenti dell’azienda per la quale operano, ma è fondamentale che il loro apporto venga utilizzato per trarre il massimo beneficio dalle loro conoscenze.

COSA PUÒ FARE UN ESPERTO IN GESTIONE DELL’ENERGIA CERTIFICATO

Un E.G.E. 11339 ha tra le sue attività molti punti analizzare ed è per questo che la sua formazione è multidisciplinare e trasversale su più ambiti: fisica tecnica ambientale, tecniche di efficientamento energetico, economa energetica e finanza agevolata, solo per citarne alcune.

Le diagnosi energetiche obbligatorie per le grandi aziende, introdotte dal D.Lgs 102/14, sono di loro competenza, così come la possibilità di richiedere certificati bianchi in favore delle realtà per cui operano. Anche la nuova Industria 5.0 li vede protagonisti, dato il risparmio che deve essere maturato e certificato per accedere a quest’ultima forma incentivante.

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